Koshi Guruma: l’eleganza della proiezione a ruota nel Judo

Koshi Guruma: l’eleganza della proiezione a ruota nel Judo

Nel vasto repertorio delle tecniche di proiezione del judo, Koshi Guruma rappresenta una raffinata espressione del principio dell’armonia tra corpo e mente, una sintesi esemplare tra potenza controllata e sensibilità tattile. Questa tecnica, la cui esecuzione evoca il movimento circolare di una ruota, è un’antica eredità del jujutsu, oggi poco usata ma tutt’altro che priva di fascino e utilità.

Etimologia e pronuncia

Koshi Guruma (腰車) è un termine giapponese che può essere tradotto letteralmente come “ruota dell’anca”.

  • Koshi (腰) significa “anca”, ma il termine include anche la zona lombare e il bacino.
  • Guruma (車), che può essere reso anche come kuruma nella traslitterazione, significa “ruota” o “carro”.

In alcune pronunce, per effetto dell’eufonia giapponese, la k iniziale di kuruma si sonorizza in g, dando appunto Guruma. Questo fenomeno è comune anche in altre tecniche, come Harai Goshi, che può diventare Barai Goshi in certi contesti fonetici.

Classificazione tecnica

Koshi Guruma appartiene al gruppo delle Koshi-waza (tecniche d’anca).
È classificata nel Go Kyo del 1895 come la terza tecnica del secondo principio (Dai Nikyo), posizione confermata anche nella revisione del 1920 voluta dal maestro Jigoro Kano. Sebbene oggi sia meno praticata per via della complessità nell’avvolgimento del collo, la tecnica conserva un valore didattico e strategico elevato, soprattutto nella difesa personale.

Esecuzione: Kuzushi, Tsukuri, Kake

Kuzushi (Squilibrio)

Il momento iniziale della tecnica richiede di squilibrare l’avversario (uke) in avanti, lateralmente verso la propria destra. Questo si ottiene arretrando il piede destro per provocare l’avanzamento del piede sinistro di uke, sfruttando così la sua reazione per generare uno sbilanciamento naturale.

Tsukuri (Preparazione)

Con il braccio sinistro si tira uke verso sé, mentre con il braccio destro si passa intorno al suo collo, avvolgendolo. Nel contempo, si flette la gamba destra e si avanza con il piede destro vicino al piede destro di uke. L’anca destra si inserisce sotto quella di uke, e il piede sinistro si piazza davanti al suo sinistro, contro l’addome.

Kake (Esecuzione)

L’anca agisce da perno: ruotando su di essa, il corpo di tori (chi esegue la tecnica) si comporta come un fulcro su cui uke viene proiettato in avanti, compiendo un arco circolare. Il movimento deve essere fluido, continuo, senza interruzioni tra le fasi.

Caratteristiche fondamentali

Una corretta esecuzione di Koshi Guruma richiede:

  • Tempismo: il momento in cui si agisce deve coincidere con l’avanzamento spontaneo di uke.
  • Sensibilità: avvertire il momento in cui uke è instabile è essenziale.
  • Rilassamento muscolare: la tensione eccessiva compromette la fluidità.
  • Contatto costante: non si deve mai perdere il controllo del corpo di uke.
  • Rotazione completa: il movimento dell’anca deve essere deciso ma morbido, per guidare uke e non forzarlo.

Applicazioni tattiche

Momenti ideali per l’uso

Koshi Guruma è particolarmente indicata in fase di attacco, ma può essere usata anche come contrattacco quando uke avanza in modo impetuoso. La sua efficacia cresce in situazioni ravvicinate.

Ai Yotsu vs Kenka Yotsu

  • In Ai Yotsu (guardia uguale), è più facile avvolgere il collo con il braccio e inserire l’anca.
  • In Kenka Yotsu (guardia opposta), la tecnica richiede maggiore mobilità d’anca e adattamento nella presa, ma può sorprendere un uke poco preparato.

Combinazioni e contrattacchi

Renraku-Waza (Combinazioni)

  • Koshi Guruma → Ko Uchi Gari (小内刈): se uke resiste allo sbilanciamento, è possibile passare a una falciata interna.
  • Koshi Guruma → Kubi Nage (首投げ): se l’azione si sposta più sull’abbraccio del collo, la tecnica può naturalmente trasformarsi in una proiezione di testa.

Gaeshi-Waza (Contrattacchi)

  • Yoko Guruma (横車): se uke riesce a bloccare l’attacco, può girare il proprio corpo lateralmente per eseguire una proiezione a ruota orizzontale.

Un gesto antico, un’idea moderna

In un’epoca in cui il judo tende a privilegiare le tecniche più sportive e spettacolari, Koshi Guruma si staglia come una tecnica dal fascino classico, quasi archetipico. La sua forma circolare rimanda alla filosofia stessa del judo: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo, non attraverso la forza bruta, ma grazie all’intuizione, all’armonia dei movimenti e a una profonda sensibilità corporea.

Chi padroneggia Koshi Guruma non si limita a imparare una tecnica: affina la propria comprensione del corpo, dell’altro e del tempo. In questo, essa incarna pienamente l’essenza più nobile del judo.