
La scorsa sera, presso la Fukuro Roma, si è svolto un seminario con il kimono di grande rilievo guidato da Mario Sakuta, figura riconosciuta nel panorama del Brazilian Jiu Jitsu tradizionale. L’incontro, pensato per praticanti di medio-avanzato e avanzato livello, ha posto l’accento su tecniche raffinate ed efficaci: in particolare, l’attenzione è stata rivolta a varie transizioni e finalizzazioni dalla mezza-guardia, tra cui lo strangolamento (choke) dalla posizione stessa.
Durante l’incontro, “Sukata” ha guidato i partecipanti nello studio della mezza guardia in gi, con particolare attenzione alla gestione delle prese sul bavero e alla costruzione di angoli di attacco che impediscano il flattening. Il cuore del lavoro è stato dedicato alle variazioni di choke dalla mezza guardia, esplorando: inserimento del cross-collar in anticipo sul passaggio, transizione a lapel trap quando l’avversario chiude il gomito, e rifinitura con cambio presa su mano “profonda” per evitare lo scramble. Sequenze pulite, concetti chiari: distanza, postura e continuità del gioco hanno fatto da fil rouge, offrendo strumenti immediatamente spendibili in sparring.
Breve biografia di Mario Sakuta
Originario del Brasile e attivo nel Jiu Jitsu dal 1991, Mario “Sukata” Neto è cintura nera 5º grado di BJJ e cintura nera di judo. È stato atleta professionista di MMA (anche in UFC) e oggi guida il Team Sukata a Liverpool, con attività didattica e affiliazioni internazionali. Nel suo percorso compaiono titoli in ambito CBJJ/CBJJE e NAGA, oltre a successi nel circuito britannico IBJJF. È noto, tra l’altro, per aver affrontato avversari come Dan Severn e per aver allenato atleti di alto profilo come Michael Bisping ai tempi della Wolfslair Academy. La sua formazione si colloca nell’alveo della scuola Carlson Gracie, di cui rivendica apertamente l’eredità tecnica e valoriale.
Come maestro, Sukata privilegia una didattica “per principi”: controllo delle prese, direzione della pressione, creazione dell’angolo prima della finalizzazione. Una filosofia che, trasferita alla mezza guardia in kimono, produce un Jiu Jitsu misurato e incisivo, con un uso intelligente del lapel e una particolare cura dei dettagli nelle fasi di rifinitura.



